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Come To Code 2025: il piacere di una conferenza diversa

La mia esperienza al Come To Code 2025 di Pignola: due giorni intensi di talk, cibo, musica e incontri, con un focus su personal branding e human skills.

Quest’ultimo fine settimana sono stato al Come To Code a Pignola. È la quinta edizione di questa conferenza per (non solo) sviluppatori. Mi dichiaro colpevole vostro onore: non la conoscevo e avrei voluto conoscerla prima. Sono stati due giorni intensi, pieni di talk interessanti, ottimo cibo, musica e nuove conoscenze. Il Come To Code non è una conferenza verticale mirata ad una specifica tecnologia e metodologia, abbraccia tutto quello di cui si può parlare del nostro lavoro davvero a 360 gradi, talmente tanti talk in due giorni che è stato necessario dividerli in tre track tematici. Alcuni mi interessavano molto a livello tecnico o stimolavano la mia curiosità nerdosa ma ho deciso, almeno il primo giorno di seguire una strada alternativa: i talk della track 3 sul personal branding e human skills. È un argomento che ho trascurato per anni, sbagliando, ma che dovrebbe far parte del bagaglio di competenze di ogni sviluppatore. È anche una delle cose più difficili da fare, almeno per me. Parlare di sé, parlare dei propri interessi in modo che possa interessare, coinvolgere non sono cose che mi vengano spontanee, non sempre. Sembra, anche nella mia testa, un controsenso: mi piace stare tra la gente ma non mi piace la folla, mi piace discutere (anche animatamente) ma mi stressano i conflitti, mi piace essere notato ma mettermi in mostra mi dà disagio. Un casino insomma. La track 3 è stata, non dico illuminante ma molto interessante. Questi sono i talk che mi hanno interessato di più.

Il talk Impatto Digitale: Riflessioni sull’Utilizzo Responsabile delle Innovazioni Tecnologiche di Valeria Salis era incentrato sull’impatto che il nostro lavoro genera sull’ambiente. Un argomento quasi sempre ignorato ma sul quale dovremmo riflettere tutti di più: tutto quello che facciamo, mandare una mail, fare una ricerca su Google, chiedere a ChatGPT la ricetta degli strangozzi alla spaccaprete (me li sono inventati è inutile cercare) consuma energia e quindi produce emissioni di CO2. Per quanto queste emissioni possano essere piccole siamo otto miliardi di persone su questo pianeta, otto miliardi o buona parte di essi che leggono e scrivono mail, cercano sul web, interrogano IA, guardano video in streaming. Tutto si somma. È una cosa su cui anche gli sviluppatori dovrebbero riflettere “Come posso, nel mio piccolo fare o evitare di fare qualcosa e evitare quei grammi di CO2?” Ognuno di noi può dare solo un infinitesimale contributo, ma come dicevo prima, tutto si somma. Nel caso vi venisse voglia di fare una facile battuta vi dico subito sì, colgo l’ironia del fatto che sto scrivendo questo su un computer e che lo pubblicherò su internet.

Il secondo talk Goal setting: a practical approach to grow di Michela Bertaina era un’interessante esperienza personale. Bertaina ha raccontato, in dettaglio, la sua storia di crescita personale. Come si è nel tempo costruita un vero e proprio framework col quale ha praticamente riprogrammato la sua vita, le sue abitudini, in effetti il suo cervello per allinearli ad un set di obiettivi che si era prefissata. Con tanto di retrospettive, bug hunting, milestone e KPI. Affascinante come un esperienza totalmente non tecnica possa avvicinarsi a quello che, come sviluppatore, faccio praticamente ogni giorno. Non so se nel mio caso saprei o vorrei applicare una metodologia del genere ma ne ho colto e apprezzato il senso e le potenzialità.

Il talk Developer che odiano il personal branding di Lara Lombardi invece era esplosivo ed esuberante come lei e toccava un tasto estremamente delicato e che sento particolarmente difficile da affrontare: personal branding. La questione principale è che molti sviluppatori, me compreso, hanno la convinzione inconscia che i loro meriti e le loro capacità saranno riconosciuti a prescindere, saranno evidenti per gli altri dal nostro lavoro e anche tra i non tecnici Col cazzo! Scusate il francesismo…mi sono lasciato trascinare. Soprattutto per un non tecnico capire e apprezzare le capacità di uno sviluppatore non sarà mai possibile se lo sviluppatore stesso non si preoccupa di tradurle in un discorso comprensibile all’esterno della sua nicchia. Uso discorso nel senso del termine più ampio possibile: tutto ciò che può servire a comunicare informazioni su quello che sei, quello che fai e quello che potresti fare. Insomma è qualcosa che va fatto, sia come apertura verso il resto del mondo che come crescita personale e professionale.

Ultimo di cui voglio parlare sarebbe stato un workshop ma Guido Penta e Simone Torrisi forse sono un po’ logorroici 😉 e il workshop si è miracolosamente trasformato in un talk/dibattito. Guida galattica al personal branding, alla carriera e a tutto quanto (from 0 to 42) è stata una illuminante guida attraverso l’arte di ottimizzare un curriculum, creare il proprio personal branding, non farsi travolgere durante i colloqui. Indipendentemente che voi stiate attivamente cercando un lavoro, che siate junior, middle o senior avere un curriculum aggiornato e fatto bene, sapere come affrontare un processo di recruiting è qualcosa sulla quale dovreste sempre essere preparati. Primo perché, dico per esperienza personale, per quanto tu possa essere tranquillo/a davanti al tuo monitor tutto può succedere. Secondo perché, soprattutto in aziende più grandi, anche internamente ci potrebbero essere dei processi analoghi al recruiting per cambi di team, cambi tecnologici, opportunità di carriera. Bisogna saper parlare di soldi in maniera schietta, essere parte attiva in tutto il processo, parlare delle proprie aspirazioni oltre che delle competenze e non subire quello che accade. E, per chi cerca attivamente, capire a chi mandare i curricula: la pesca a strascico non funziona. Forse è stato meglio che il workshop si sia mutato in talk, credo che abbia permesso di approfondire gli argomenti molto meglio, l’alternativa sarebbe stata vi spiego come fare un curriculum fatto bene ma secondo me sarebbe stato molto riduttivo rispetto all’esperienza e alle competenze di Penta e Torrisi.

A coronamento della conferenza c’è stata l’eccezionale ospitalità. Il cibo ottimo, la musica, l’atmosfera assolutamente amichevole tutto fantastico. La differenza rispetto ad altre conferenze a cui ho partecipato, che mi hanno dato interesse e curiosità, è che al Come To Code ho trovato anche il raro piacere di stare tra la gente.

Riferimenti

Speaker citati

Federico Maiorini
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